Princìpi della
Mediazione Familiare
Cos'è la Mediazione Familiare?
La Mediazione Familiare è un percorso per la riorganizzazione delle relazioni familiari in vista o in seguito alla separazione, al divorzio o alla rottura della coppia a qualsiasi titolo costituita.
Si tratta di un'opportunità per i genitori, che in uno spazio riservato, autonomo dal contesto giudiziario, non giudicante ed imparziale, accogliente e facilitante il dialogo e l’ascolto reciproco, prenderanno in prima persona le scelte e le decisioni sentite come giuste ed eque per la propria famiglia, in modo condiviso e senza imposizioni da terzi estranei.
La Mediazione Familiare si svolge attraverso un percorso strutturato, generalmente della durata di circa 8-10 incontri ogni 15 giorni.
Chi è il Mediatore Familiare?
Il Mediatore Familiare è un esperto nella gestione dei conflitti. È un professionista qualificato a seguito di percorsi di formazione specifici che interviene, quale figura terza, in un ambiente neutrale e in autonomia dall’ambito giudiziario, nel percorso di riorganizzazione delle relazioni familiari nei casi di cessazione di un rapporto di coppia, a qualsiasi titolo costituito.
Si adopera affinché i mediandi raggiungano, in prima persona, accordi direttamente negoziati, rispetto ai bisogni ed interessi da loro stessi definiti, con particolare attenzione ai figli, al fine del mantenimento ed esercizio della comune responsabilità genitoriale. È imparziale e non formula giudizi sull'adeguatezza delle scelte assunte dai genitori, ma ne favorisce la comunicazione e la cooperazione, stimolando la formulazione di soluzioni personalizzate.
Gli obbiettivi e le caratteristiche principali della Mediazione Familiari possono essere sintetizzate con il seguente schema:
DECISIONI ASSUNTE PERSONALMENTE
Il mediatore familiare non suggerisce soluzioni ai mediandi, che assumeranno decisioni personalmente ed in piena indipendenza, in uno spazio riservato e facilitante il dialogo.
TUTELA DEGLI INTERESSI dei FIGLI
I genitori conoscono meglio di chiunque altro la vita ed i bisogni dei propri figli, i cui interessi presenti e futuri verranno garantiti dalle decisioni assunte in mediazione.
ASSENZA DI GIUDIZIO E RISERVATEZZA
Il compito del mediatore familiare non è quello di giudicare i mediandi e le loro scelte, ma quello di favorire l'ascolto attivo ed il dialogo in un ambiente del tutto riservato.
CURA DELLE RISORSE
Il percorso di mediazione familiare consente ai mediandi di riorganizzare efficacemente le risorse della famiglia e di maturare accordi durevoli, evitando ulteriori e dispendiose vicende giudiziarie.
Cenni storici
La mediazione come metodo di gestione dei conflitti esiste da secoli, ma possiamo dire che la mediazione familiare nello specifico, così come la conosciamo oggi, ha iniziato a trovare applicazione negli Stati Uniti a cavallo tra gli anni ’70 e’80 e successivamente si è diffusa in Europa e nel resto del mondo.
Il primo centro di mediazione familiare nasce, difatti, nel 1974 ad Atlanta per opera dello psicologo e avvocato statunitense James Coogler. Nel 1975, sempre ad opera di Coogler, nasce la Family Mediation Association che offre un servizio di mediazione alle coppie in via di separazione o divorzio.
Coogler aveva vissuto sulla propria pelle gli esiti un divorzio distruttivo sia dal punto di vista emotivo che economico ed affermò l'esigenza di un metodo di risoluzione alternativo rispetto alla "procedura avversariale", che offrisse la possibilità di affrontare la vicenda separativa in modo costruttivo, che aiutasse i coniugi a raggiungere accordi condivisi su ogni aspetto della vicenda separativa, con particolare riferimento all'interesse dei figli.
Nel 1987 la mediazione familiare appare in Italia con la costituzione dell’Associazione GeA (genitori ancora) a Milano. Un'associazione che si poneva l'obbiettivo di diffondere e far conoscere la mediazione familiare.
La pratica della mediazione familiare si diffonde, specie nel nord Italia, grazie ai primi centri privati e servizi pubblici di mediazione familiare.
Nel 1995 l'Associazione GeA, insieme ad altri centri e scuole di formazione, fonda la Società Italiana di Mediazione familiare. Viene così creata un struttura di livello nazionale che definiva standard formativi riconosciuti e adottati dalle scuole di formazione alla mediazione familiare e viene elaborato un codice deontologico della professione.
Nel 1995 nasce, inoltre, l’Associazione Italiana Mediatori Sistemici (AIMS) e nel 1999 l'AIMeF, Associazione Italiana Mediatori Familiari, che assumono un ruolo di rilievo per la diffusione della cultura della mediazione familiare.
È però a partire dall’introduzione dell’affidamento condiviso di cui alla Legge n. 54/2006 che la mediazione familiare ha iniziato ad essere oggetto di maggiore attenzione, posto che viene inserito a livello normativo un esplicito richiamo alla possibilità da parte del Giudice, sentito il parere dei coniugi, di avvalersi di esperti per raggiungere un accordo a favore dei figli.
La professione di Mediatore Familiare è invece regolato dalla legge 4/2013 che ha introdotto una normativa unica per tutte le professioni non ancora regolamentate, pur riguardando esse aree molto differenti nelle quali rientra anche la professione del mediatore familiare. La legge introduce la possibilità per il mediatore familiare professionista di dotarsi di “certificazioni”, attraverso l’appartenenza alle associazioni nazionali di categoria (es. AIMeF), ovvero, attraverso l’accreditamento nel rispetto dei criteri dettati dalla norma tecnica UNI 11644.